giorno 1505

l'ultimo episodio della serie "la lifa contro tutti" si intitola (guardacaso) "la lifa in lotta con la asl, atto III", il quale si è concluso con la lifa che esce dall'ufficio anagrafe assistiti fanculizzando l'impiegata.

il sito dell'università di pisa spiega, in un'appostita pagina, cosa fare per ottenedere il domicilio sanitario, sostenendo che si può presentare indistintamente certificato di frequenza o fotocopia del libretto universitario o fotocopia della ricevuta del pagamento tasse.
ergo la lifa si presenta allo sportello con la fotocpia del libretto. l'impiegata sostiene che la fotocopia del libretto non va assolutamente bene e che dovrei recarmi alla segreteria universitaria (la fila è simile a quelle che si vedono nei tg con i profughi che vogliono il permesso di soggiorno) per farmi rilasciare questo certificato del cazzo.

medicina veterinaria è un corso ad obbligo di frequenza, ovvero posso sostenere un esame solo se sono stata presente ad almeno il 70% delle ore di ogni corso. ad ogni lezione i professori fanno un appello dei presenti o raccolgono le firme. alla fine del corso si lascia il libretto universitario al dipartimento interessato; il professore conta le firme di presenza; se queste sono in numero sufficiente (e se il perito calligrafico ritiene che nessuna firma sia stata falsificata...roba da FBI) viene annotato sul libretto nella categoria "attività formative" e firmato dal professore stesso.
perchè dunque il mio libretto universitario non sarebbe valido?!

per ottenere il certificato DI FREQUENZA invece uno studente, che ipoteticamente passa le sue giornate su una spiaggia alle canarie sorseggiando succo d'ananas in un guscio di noce di cocco, deve solo inviare per e-mail un documeno d'identità scannerizzato, il proprio numero di matricola e l'indirizzo a cui desidera ricevere il "tanto sudato" certificato DI FREQUENZA. alla segreteria ovviamente interessa solo che lo studente sia immatricolato e paghi le tasse.

evviva questa folle macchina burocratica!!