lunedì 10 dicembre 2012

giorno 3180

Doveva essere una tranquilla giornata di commissioni in posta, corsetta sul lungomare/stepin caso di pioggia, cazzeggio, allestimento dell'albero di Natale e colloquio di lavoro in tardo pomeriggio. Così comincia la narrazione di una giornata libera-tipo di una qualsiasi veterinaria ipo-occupata.
Come sono andate invece le cose: imballo il pacco da spedire a prova di fine del mondo, quando sto per uscire arriva una telefonata da Serena, che ha trovato il cortisone e vuole che vada a fare l'iniezione al gatto. Mi metto gli stivali, prendo il pacco di disumana massa, percorro i 100 m di mota e pozzanghere che mi separano alla macchina sempre con il pacco di disumana massa incollo aprendo il cancello e la macchina con la lingua. Il tutto ovviamente mentre ha iniziato a piovere.
Iniezione gatto. Fatta. Controllo libretti vaccinazioni cane. Ok, ci vediamo a gennaio, buon Natale.
Via, verso la posta!
Ufficio Postale a Cecina, piove ancora, entro con il pacco di disumana massa. Un gruppetto di livornesi se ne sta beato con il gomitino appoggiato sul tavolino, la cavalleria è morta, non sia mai che ci si scansi per offrire una superficie d'appoggio al pacco con cui arranca la donzella, la quale ritira il bigliettino del numero con il naso e lo prende in bocca. Mr Bean docet.
Arriva il mio turno, peso il pacco (15 kg), compilo.
Musichina Yomo, mi chiamano al telefono. E' la signora M., il suo cane mordace (mai con me) sta male, vuole che vada a visitarlo urgentemente, non mi vuole spiegare meglio....tanto a che servirà mai, mica devo organizzarmi la borsa delle visite! Mi rimetto in fila in posta, devo pagare l'iscrizione all'albo. Pago, vado verso la signora M. facendo tappa in ambulatorio per prendere qualche provetta e qualche siringa e passando da casa per timbro, fonendo ecc. Visito il cane linfonodi I M M E N S I, le hanno detto che ha un linfoma (se me lo diceva al telefono era anche meglio), mucose itteriche, addome batraciano e dolente (rischio un pizzicotto di denti), non piscia da tre giorni... mi son messa una mano sulla coscienza e l'ho spedita di corsa dal suo veterinario che poteva gestire la situazione meglio che a casa.
torno a casa mia. ore 15.30: cibo! passeggiata cani, poi riparto, verso il colloquio, in uno sperduto paese in provincia di Pisa. Passo i vari paesi che finiscono per -ana e -ano... mi rendo conto di essere fuori dall'itinerario stabilito, vado a naso, arrivo alla giusta località e pure alla giusta via. ma l'ambulatorio non si vede, non si vedono insegne, niente. chiedo indicazioni in un negozio di articoli per animali. Mi dicono che l'ho passato, è nascosto dietro al negozio di mobili. Lo trovo, entro.
L'ambulatorio: tante foto di cani da caccia, al muro milioni di stemmi di corpi militari. ambiente spazioso, però non vedo molte delle cose che sono abituata ad usare.
Il veterinario: sulla quarantina, pantaloni mimetici sotto il camice bianco, stretta di mano energica.
Parliamo, sembro andare bene, ma si farà un po' di tempo in prova. Lavorerò in autonomia, cazzi miei. Già che sono lì si fa da subito prova, anche se alla fin fine non ho fatto un cazzo perchè la sala visite è una e non ho ancora capito cosa c'è materialmente. Epilogo edella giornata: ore 9.30 arrivo a casa. Niente cazzeggio, niente step/corsetta sul lungomare e niente albero. Fanculo ai giorni liberi.

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